La fatina dei denti e la perizia calligrafica

La pargola da buona settenne sta perdendo i denti come un pugile in difficoltà.
O come un eroinomane.

Essendo un essere umano è per definizione avido e assetato di denaro, per cui richiede che a ogni dente perduto la fantomatica fatina dei denti passi a pagare il suo tributo in una sorta di commercio primordiale in cui si vendono parti del corpo. Roba tipo i giapponesi che comprano i peli pubici delle studentesse o di leggende metropolitane sul commercio dei reni di poveri malcapitati adescati in discoteca.

Per la rubrica “babbomerda”, tanto per non farsi mancare niente, ho avuto la brillante idea di dotare questa fatina di capacità critiche e soprattutto di penna e foglio. La fatina, infatti, per ogni dente che trova sotto al bicchiere lascia un messaggio con un commento e la valutazione sulla merce acquistata.
Un po’ come i feedback di Ebay in versione fantasy.

L’idea sembrava buona, soprattutto quando la fatina non ha ritirato da sotto il bicchiere un dente lasciando il messaggio “Questo è troppo sporco, non lo voglio”, oppure quando ha commentato “Devi pulire meglio, per questo ti posso dare solo 50 centesimi” (che comunque sono già una bella cifra, io prendevo mille lire anche se ci lasciavo un braccio sotto quel bicchiere).
Infatti da quel giorno la pargola ha iniziato a comprendere il concetto di igiene dentale, fino a quel momento sconosciuto.
Cosa non si fa per non perdere un guadagno.

Purtroppo solo adesso, dopo il sesto dente, ho scoperto che questa bambina con precoci segni di disturbo da accumulo sta conservando ogni messaggio lasciato dalla fatina. Se li è proprio archiviati in un cassetto privato, non potevo trovarli in nessun modo.

La pargola mi piomba in camera, salta sul letto, i suoi 30kg mi rimbalzano addosso e mi fratturano due costole. Agita un foglietto con su scritto qualcosa.
“La fata mi ha lasciato 3 euro!”
“Oh bene, sono tanti soldi”
“C’è anche un biglietto, ora te lo leggo: questo era un bel dente, molto pulito. Grazie. Firmato Fatina
“Brava”

Scappa in camera sua agitando il foglietto sopra la testa. La seguo.
“Scusa ma cosa fai con quel foglietto?”
“Lo metto insieme agli altri dentro al cassetto”
Un brivido mi corre lungo la schiena. “No, dai… ma buttalo via… Cosa te ne fai?”
“Li tengo così quando sarò grande avrò il ricordo delle fatina”
“Guarda, non serve… meglio di no”
Chiude il cassetto soddisfatta. “Conservo tutto qui, voglio conservare i messaggi della fatina”

Già me la vedo trentenne che verrà a trovare il suo padre 58enne, io aprirò la porta vestito con il mio kimono dorato con in mano una tazza di tè fumante (sì, penso che a 58 anni sarò già abbastanza rincoglionito).

“Buongiorno, sei venuta a trovare il tuo vecchio pa…”
Mi sfreccia di fianco nella sua uniforme e punta la sua vecchia camera, “non ora!”
La seguo e la trovo dentro la stanza in cui ho trasferito tutta la mia roba accumulata in anni, cose iniziate e mai finite, costruendo così il mio personale museo dell’inconcludenza.

Rovista fra i cassetti, sposta la poltrona laser (ci saranno le poltrone laser fra 23 anni, ne sono sicuro), apre uno sportello laser, vi si tuffa dentro con le braccia e ne esce con venti foglietti ingialliti. “Eccoli!”
Faccio un passo in avanti per fermarla, inciampo nel kimono dorato e casco rovinosamente sulla poltrona laser (speriamo che siano morbide).
“Cosa stai facendo?”
Lei mi guarda seria, “abbiamo arrestato un serial killer, abbiamo i sospetti che sia lo stesso che stiamo inseguendo da anni, uno che si fa chiamare Fatina dei denti.
“Eh? Cos…”
“Papà, non hai idea di cosa combina alle sue vittime. Noi siamo stati fortunati, quando ero piccola, non era ancora impazzito del tutto. Ma ora forse lo possiamo incastrare.”
“E… come?”
Agita i foglietti davanti a viso con aria trionfante. “Questi sono i messaggi della fatina dei denti, con una perizia calligrafica possiamo inchiodarlo!”
“No, guarda… quei messaggi…”
Si volta e corre fuori di casa.

Immagino già quando sarò incriminato per centinai di omicidi e torture a causa di una perizia calligrafica mentre un maniaco omicida se ne starà a piede libero, scagionato da una delirante poliziotta con un po’ di confusione in testa.

Lei mi verrà a trovare di là dalle sbarre laser (ci saranno anche quelle) e scoppierà a piangere. Per cui ho deciso che questa notte, mentre dorme, rubo tutti i messaggi della fatina e ne lascio uno stampato col computer come questo:

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