Hanno cercato di convertirmi all’Islam

In un taxi diretto da Sharja a Jebel Ali il signor Amir, un tassista pakistano elegantissimo in giacca e cravatta dentro al suo taxi cigolante mi ha colto mentre consultavo il mio libro di grammatica araba.

Nel suo inglese stentato mi ha chiesto come sta andando con lo studio. Ho risposto “molto bene” in arabo e lui si è fatto una grassa risata.
Perché lui non parla arabo e quindi non ha capito niente.

Indica il mio libro “dovresti studiare le scritture arabe”
Non sto a chiedere del suo arabo, magari le scritture le ha studiate tradotte in pakistano, ma poi in Pakistan che lingua parlano?
-“Grazie Amir. Potrebbero essere interessanti, sicuramente c’è una storia bella lunga da leggere”
-“Perché lì c’è la verità. Allah è la verità”
-“Anche sulla Gazzetta dello Sport c’è la verità. Non mi fiderei di Repubblica o del Corriere, né della BBC o della CNN, ma della Gazzetta sì”
-“Anche la Gazzetta sbaglia”
-Vacillo. “Tipo come quando diceva che l’Inter avrebbe comprato Stoichkov e poi invece l’ha preso il Parma per metterlo in panchina?”
-“Allah ha messo Stoichkov in panchina”
-Immagino Nevio Scala avvolto nella sua kefiah mentre solleva la Coppa Uefa in faccia a uno Stoichkov triste. “Nevio è un grande”
-“Lui è grande. Lui fa tutto e sa tutto”
-Credo non si riferisca a Nevio Scala e al suo 532 che poi hanno copiato tutti, provo a trovare un’altra analogia. “Sa tutto come come Facebook, insomma”
-Non ascolta e prosegue. “Allah sa tutto e ti darà tutto quello che vuoi. Vuoi tante mogli? Lui te le dà. Vuoi da mangiare un pesce? Lui ti dà un pesce? Lo volevi grigliato? Te lo fa anche grigliato!”
-“Wow, gestisce un bordello e fa lo chef. Deve essere un gran business”
-“Allah scrive tutto quello che fai e poi ti chiede perché lo hai fatto. Lui vede se hai fatto del male, legge cosa hai fatto e ti chiede perché. Lui sa chi è buono e chi è cattivo”

Mi immagino seduto alla scrivania dell’anticamera del paradiso mentre Allah si aggiusta la kefiah sulla testa, la avvolge alle spalle, gli cade, la risistema dritta sulla testa, con uno sbuffo verso l’alto toglie il lembo che gli era caduto sull’occhio, si siede al suo posto davanti a me e inizia a scorrere il mio fascicolo. Annuisce concentrato, si porta la mano al mento e si liscia la barba (tutti gli dèi hanno la barba).

Richiude la cartellina e punta un dito sul mio nome inciso sulla copertina.
-“E quindi non hai ascoltato Amir, giusto?”
-Deglutisco. “No, pensavo fosse… beh… sa com’è, sua eccellenza, la devo chiamare eccellenza? Santità?”
-“Principe Mutombo va benissimo”
-“Mutombo?”
-Si guarda intorno, allarga le braccia. “C’è qualcosa che non va? Avresti da dire qualcosa al creatore di tutte le cose visibili e invisibili?”
-“Oh, no, sua mutombosità, sua principessezza, solo che, ecco, anche questa cosa, come quelle che diceva Amir mi sembrano un po’ strane”
-“E tu avresti il coraggio di dire a me cosa è strano e cosa no?” Indica lo spazio attorno a sé, “lo sai che tutta la baracca l’ho messa su io? Ti pare ci sia qualcosa di strano? Io faccio cose strane? Cosa vorresti dire?”
-“No no, si figuri. Però quando ero piccolo mi dicevano che tutto questo lo aveva fatto un altro”
-Ride sarcastico. “Ah, i cinesi, copiano tutto quelli lì”
-“No, ecco, parlavano di Gesù, Dio, lo spirito, Madonna… quei quattro lì, insomma”
-Scuote la testa e sorride. “Vedi cosa succede quando assumi i tirocinanti, fai formazione e poi questi pensano di essere padroni del mondo e se ne vanno in un’altra azienda? Capisci?”
-“Credo di sì, è chiaro”
-Riapre il fascicolo e scorre col dito. “Vediamo un po’ cosa hai combinato”. Sfoglia le pagine, si lascia sfuggire qualche “Oh”, scuote la testa e sospira.
-Provo a sbirciare. “C’è qualcosa che non va?”
-Solleva lo sguardo. “Qualcosa? Solo qualcosa?”
-Cerco di riportare alla memoria le fregnacce che mi raccontavano a catechismo. “Devo dire un rosario, fare una penitenza?”
-Il Principe Mutombo ride. “Quella è roba degli altri, qui non si fanno certe cose. Qui non c’è mica il salvataggio dell’ultimo minuto, sai? Quel che è fatto è fatto.”
-“E quindi, sua principessa, come la mettiamo?”
-“Come la mettiamo?!” Si guarda intorno come se si rivolgesse a qualcuno di invisibile presente nella stanza. “Questo chiede come la mettiamo!” Si spinge sulla sedia e mi punta il dito contro “La mettiamo che niente mogli, niente pesci e nemmeno grigliate. La mettiamo che ti reincarni in uno scarabeo stercorario! Ecco come la mettiamo”
-“Ma questa roba è quella di Buddha!”
-Si morde le mani furibondo, gli cade la kefiah sul tavolo. “Sempre sti cazzo di cinesi a copiare le cose! Portatelo via!”
-“Principe, però che colpa ne ho io? Sono nato in un posto in cui i Suoi messaggi non potevano arrivare, c’era la concorrenza che copriva tutte le frequenze. Ha presente Radio Maria?”
-Sbuffa. Estrae un bigliettino dal mio fascicolo e me lo mostra. “Questo è il tuo indirizzo email, giusto?”
-“Beh, sì. Proprio questo.”
-“Tutte le email che ti ho mandato, ogni singolo giorno che Mutombo mette in terra dove sono? Non avrai mica il coraggio di dare la colpa a Radio Maria?”
-“Email?”
-“Tutte le email del principe nigeriano. Io non so e non voglio sapere cosa tu ne abbia fatto, ma ogni giorno ne hai ricevuta una!”
-“Mi scusi ma saranno finite nello spam!”
-“Io c’ero, io so tutto! Hai cancellato le email!”
-“Cosa avrei dovuto fare?”
-“La prossima volta, quando e se sarai un bravo scarabeo e ti farò tornare uomo, magari leggi fino in fondo le email del principe nigeriano che ti dice di aver vinto alla lotteria!”

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.