L’algoritmo ti dice chi sei

Alla domanda “chi sei?” si prova sempre una certa difficoltà nel rispondere.
Chi sono?
Bella domanda.
Sono tante cose, dipende da chi me lo chiede. E infatti non c’è una pagina “chi sono” su questo sito.

Invece a Rosario Galatioto è andata meglio. Scrive un sacco di roba, romanzi, sceneggiature, post sul suo blog e Google lo ha omaggiato così:

Rosario è un “bestsellerista”. Così dice Google.

A parte il termine “bestsellerista” che è un abominio linguistico, Rosario non ha scelto di essere etichettato come tale, lui magari vorrebbe essere altro e il ruolo di scrittore gli piacerebbe rimanesse confinato nei suoi hobby.

Lui dovrebbe poter scegliere chi essere ma Google non gli ha dato scelta. Lui potrebbe voler apparire nella scheda informativa di Google come “buon padre”, oppure come “brava persona” o ancora come “risolve problemi”.

Non si può. Google dice che lui è un bestsellerista.
Per me e per i suoi famigliari lui è molto altro, per qualcuno che lo conosce potrà essere molto meno o molto di più e invece per il mondo, e si parla della maggioranza delle persone rispetto a quelle che lui conosce, da oggi è un bestsellerista.

L’algoritmo decide chi sei, cosa fai e come devi essere visto al di fuori della tua ristretta cerchia.

L’algoritmo ha in mano la tua identità, che tu lo voglia o meno.

Magari la prima cosa che viene in mente leggendo questa storia è “chissenefrega”.
Ma davvero non ce ne deve fregare niente?

Tutto sommato Rosario se l’è cavata con un cacofonico “bestsellerista”, però c’è qualcuno a cui è andata peggio: il signor Pietro Pacciani, per la legge italiana è morto innocente… e invece per l’algoritmo lui è “il mostro”.

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