L’esattore – Rosario Galatioto

L’esattore è l’ultimo di libro di Rosario Galatioto.

Di questo libro ho seguito indirettamente la nascita, la crescita e l’uscita. Ogni giorno. Ogni giorno Rosario mi scriveva per tenermi aggiornato di quante pagine aveva scritto. Ogni. Singolo. Giorno.

A quel punto, avendo vissuto la telecronaca “L’esattore minuto per minuto” ho preteso di riceverne una copia prima della pubblicazione.

Rosario è uomo di parola e non si è fatto attendere.

L’esattore

L’esattore è un libro che parla di… un esattore. Non l’esattore delle tasse, bensì un “funzionario recupero crediti”, una sorta di mediatore fra debitore e creditore quando succede qualche casino.

Gianfranco Berti è l’esattore, Gianfranco Berti è uno stronzo fin dal primo momento in cui lo si incontra. Ma non è stronzo in quanto esattore o funzionario, è stronzo perché crede di essere il migliore nel suo lavoro, crede che tutto sia una sorta di gioco in cui lui recita una parte. A lui interessano i soldi delle provvigioni, mantenere i suoi vizi e nient’altro. Non sembra esserci nessun motivo che lo abbia reso così stronzo, non gli hanno mai nemmeno rubato la bicicletta da bambino. Ci frega un po’ poco di questo personaggio anche se ad ogni pagina succede qualcosa che ci spinge ad andare avanti con la lettura.

Dall’altra parte c’è il mondo reale: persone in difficoltà con i debiti, colleghi professionisti che ricoprono il ruolo di “esattore” seguendo una certa deontologia professionale.

La sua vicenda lo vedrà affrontare il suo lavoro e tutti i suoi vizi con disinvoltura, finché la corda non si strapperà ed è qui che Berti si dovrà inventare qualcosa per uscirne fuori. Forse la sua dialettica gli servirà a qualcosa.

In poco più di 200 pagine, l’esattore cade, risorge, cade di nuovo e poi in realtà non si sa come andrà a finire più avanti. Il finale lascia qualche domanda su che cosa succederà a Gianfranco Berti, forse approdato alla quiete interiore, forse no.

Scorre

Il testo scorre, fila via veloce e questo libro me lo sono letto in pochi giorni senza fatica. Al netto di qualche beat di troppo e qualche movimento molto teatrale, si legge con facilità e non annoia mai. La maggior parte delle situazioni è vissuta e mostrata secondo il punto di vista. Gli ambienti non sono stati descritti, non ci si perde nel dipingere il colore delle foglie secche bagnate dalla rugiada del mattino, non perché l’autore non sia in grado di farlo, ma perché al personaggio non frega niente delle foglie secche. Ed è così che dovrebbe essere sempre scritto ogni libro.

Il significato

Cosa ci insegna questo libro? Non lo so. Ecco, questo è il punto dolente. Non che io abbia voglia di imparare alcunché da un romanzo, ma un messaggio di fondo dovrebbe esserci. In questo caso, invece, è tutto molto reale. E quindi non sono i buoni a vincere, ma nemmeno i cattivi. Insomma, io non lo so chi abbia vinto, però mi sono divertito a leggerlo e tanto basta. Alla morale ci penseremo un’altra volta.

Tanto pare che questo sia il primo di una trilogia.

L’esattore si trova su Amazon sia in cartaceo che in Ebook.

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