Ma che dico santo, santone!

Durante la premiazione di un concorso dalle parti di Napoli conosco Rosario. Un tipo di cui non avevo capito né dove vivesse né da dove venisse finché non ho letto il suo primo libro, “La passerella” (recensione QUI).

La sera della premiazione mi aveva quasi convinto a dedicare del tempo all’editoria in crowdfunding, cosa che a lui piaceva un sacco. Forse è per questo che mi ha preso in simpatia ed è rimasto in contatto con me.
Ma non sapeva a cosa stava andando incontro.

Le nostre diatribe epistolar-elettroniche si consumano durante tutta la giornata, a tutte le ore. Io non ho ancora capito che lavoro faccia Rosario perché a volte mi scrive all’una di notte e a volte alle sei del mattino, così come lui si starà chiedendo quanto io mangi visto che ogni volta la mia prima risposta ai suoi messaggi è “sto cucinando, dopo ti rispondo”.

Ma noi siamo così: generazione elettronica e cuciniamo maccheroni elettronici.

L’ho criticato fin dal primo giorno per alcuni errori e perché ogni tanto con i pensieri partiva per la tangente.

Lui è uno che sa cosa vuol dire, che ha delle idee e sa come metterle su carta. Ha una sensibilità fuori dal comune, dagli una goccia di sugo che macchia la canottiera di un camionista in trattoria e ne tirerà fuori un racconto poetico.

Ha l’unico difetto di aver letto troppi libri.

Siccome gli scrittori professionisti devono pure campare, il panorama editoriale offre molto poco: le letture devono essere leggere o commoventi, devono essere vendibili e “consumabili”. Affidarsi al detto “per scrivere bene bisogna leggere tanto” è un errore quanto dire “per fare l’ingegnere bisogna guardare tante case”.

Per questo ho mostrato, e non raccontato, a Rosario un modo che aveva intuito ma non aveva ancora esplorato, per rendere più efficaci le sue storie. Ed è da quel momento che mi dà del santone della scrittura. Lo scrive pure sul suo sito: https://rosariogalatiotolibri.it/portal/il-santone-della-scrittura

Resta sempre valido il detto “non bisogna essere uno scolapasta migliore per giudicare la qualità di uno scolapasta”, per cui, magari, gli ho pure consigliato la cosa giusta e poi io stesso ho scritto delle vaccate. Metto le mani avanti, insomma.

Rosario scrive un sacco di roba e lo fa sempre meglio. E per “meglio” intendo “secondo le regole che gli ho fatto vedere io”. Ma sono sicuro che quelle regole siano assolutamente valide e sostenute da millenni di storia della letteratura.

Il suo catalogo ormai non finisce più e continua a pubblicare a nastro da buon sostenitore dell’auto pubblicazione (mi ringrazierà anche per questo). Ci lavora di notte, mentre è al cesso, mentre mangia e fa pure i podcast. Io fatico persino a mettere insieme un articolo come questo e due pagine di un libro.

Tutto quel che pubblica si trova QUI (link).

Personalmente consiglio Cronistoria di un disastro in cui c’è roba distopica e gente che si fa ammazzare. Forse ci manca qualche esplosione di quelle che mi piacciono tanto.
Poi scriverò qualcosa al riguardo, ma prima devo rileggerlo.

Capito? Ho un discepolo, sono un santo… ma che dico santo? Santone!

E invece per studiare bisogna partire da qui:

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