The day after tomorrow – recensione onesta

Dopo anni dalla sua uscita mi sono trovato a guardare The day after tomorrow in lingua originale (ma con i sottotitoli in cinese).

Tralascio l’inaccuratezza scientifica di quel che succede, io stesso non me ne sarei mai accorto se non avessi letto qualche altra recensione, per cui mi concentro solo sulla narrazione.

Il film inizia con un casino, prosegue con del casino e finisce con del gran casino. Nel mezzo non c’è nessuna storia, non c’è un protagonista e sinceramente il patetico tentativo di un climatologo nerd di andare a recuperare il figlio a piedi, dentro una tempesta da -150gradi sotto zero, ciaspolando per giorni, è assolutamente senza senso.

Anche perché, una volta che hai trovato il figlio vivo, il rischio più concreto era quello di morire insieme a lui in una libreria sepolta dalla neve. Quindi, cosa ci sei andato a fare laggiù? Sei andato là solo per dare un senso a un film che altrimenti sarebbe stato solo una sequela di nuvole e fiocchi di neve?

Sì. Probabilmente lo ha fatto solo per noi.

Tornando ad argomenti più seri: non c’è una storia, non c’è un protagonista, non c’è la minima empatia per i personaggi (e non venitemi a dire che la storiella d’amore da liceali sfigati dovrebbe smuovere qualche sentimento nello spettattore eh!).

Un film fatto per testare le capacità del computer addetto alla produzione degli effetti speciali. Un film fatto per cavalcare l’onda del catastrofismo post anno 2000. Nemmeno Nostradamus avrebbe potuto sparare tante cazzate tutte insieme.

Se dovessi valutare il film in stelle da 1 a 5, questo si merita 5 buchi neri, altro che stelle.

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