Lezioni di economia a una bambina di 8 anni

La pargola si annoia in un pomeriggio di dicembre caratterizzato da piogge, vento e buffi oggetti che volano fuori dalla finestra sospinti dal vento. Non mi pare il caso di uscire. La convinco a guardarsi un film, le preparo dei popcorn, facciamo una torta. Credo di aver passato il pomeriggio indenne e invece sono ancora le 5.

Le viene l’idea di improvvisare un mercatino. La mia obiezione è immediata: “scusa, e poi chi è che viene a comprare?”
“Ci sei tu, no?”
“Ah, già. Però io sono solo uno… pensi di mettere su un negozio con un solo cliente?”
“Ti cambi la maglietta e facciamo che sei un altro signore”
“Perfetto” Il ragionamento non fa una piega.

Raccoglie un po’ dei suoi giocattoli, li posiziona sul tavolino e poi mi chiama per entrare nel negozio. Ha saltato a piè pari il concetto di marketing, ma comunque ha trovato il modo di portare clienti nel suo negozio. Le dovrò spiegare come fare ad attirare clientela e come fidelizzarla.
Magari un’altra volta.

Sul tavolo ci sono pupazzi, penne, bambolotti. Ognuno è etichettato con un prezzo. Ci sono quelli da 3 euro, quelli da 5 e c’è un meraviglisoo delfino rosa da ben 10 euro. Sembra che la logica per la valutazione sia quella “più è grande e più costa”.

Punto deciso verso le collanine e i braccialetti, in stock tutti insieme per la modica cifra di 2 euro.
“Mi piacciono questi”
“Due euro”
“Ma non ho soldi… io ero qui fuori a passeggiare col cane e lei mi ha fatto entrare nel negozio contro la mia volontà. Non so come pagare”
“Nessun problema, signore, prenda questo”
Mi porge un foglio bianco e una penna.
“Con questo può scrivere i soldi e così può pagare.”
Prendo foglio e penna. “Cioè… io ho potere di emissione della moneta?”
“Eh?”
“Posso stampare i soldi?”
“Certo”

Per comodità mi stampo una banconota da 10, due da 5, tre da 2 e cinque da 1 euro. Ritaglio il tutto con forbici dalla punta arrotondata e porgo alla negoziante una banconota da 10.
Lei incassa e calcola il resto da darmi.
Il resto mi viene consegnato in banconote stampate esattamente nello stesso modo con cui le avevo stampate io. Prendo i braccialetti, saluto e me ne vado.

Mi cambio la maglia in attesa di una nuova chiamata. La newsletter del negozio non si fa attendere “oh! vieni a comprare, dai!”
Messaggio di marketing diretto quanto efficace. Devo imparare. A volte le cose più semplici sono le più efficaci.

Il ciclo di magliette è finito, ricomincio con quella che avevo all’inizio ma ho finito i soldi.
Entro nel negozio e anche questa volta mi vengono proposti sistemi poco leciti per arricchirmi e poter comprare nuovi prodotti.
Stampo banconote da 20-30-40-50 euro. Voglio vedere come me lo fa il resto, questa volta.

Entro nel negozio sfoggiando il mio orologio da taschino placcato in oro. Sono un riccone che sta per dare una lezione alla piccola commerciante sprovveduta.
Con una banconota compro tutto il tavolo e ho ancora qualche soldo in tasca.
“Grazie signore, arrivederci”
“A te, piccina, ci vivedvemo pvesto, alla mia pvossima vacanza” esco dalla stanza roteando l’orologio da taschino mentre con l’altro braccio tengo tutti i pupazzi che ho comprato.

Indosso gli occhiali da vista, poi quelli da sole, il casco da moto e pure gli occhiali da aviatore. Ogni volta compro tutto il tavolo con il mio illimitato potere di acquisto e ora parlo con accento cinese.
“谢谢老板”
“不客气” risponde la piccola negoziante. Almeno “grazie/prego” in cinese sono riuscito a insegnarglielo.

Rientro nel negozio con due orologi da taschino, una stecca di liquirizia in bocca a mo di sigaro, una sciarpa di pelo rosa che perde peli e un cappello da cowboy in testa. La negoziante mi ferma. “Papà, ma non è che tutte le volte puoi comprare tutto. Io sto finendo i giocattoli!”
Abbasso l’occhiale a specchio. “Aumenta i prezzi, piccola negoziante, no?”

Quando torno c’è uno “0” posticcio a fianco di ogni prezzo. Nemmeno nella Repubblica di Weimar l’inflazione era a questi livelli dopo solo 30 minuti.

Mi tolgo la sciarpa di pelo e abbasso gli occhiali. Con i soldi che ho in tasca non posso comprare molto.
“Signora, ho pochi soldi, come faccio?”
“Scriva qui i soldi” mi porge il foglio di prima.
Stampo banconote da 100 euro.
Compro tutto il tavolo e la bambina inizia a dare segni di fastidio.

Quando rientro indossando la giacca del mio matrimonio e una cravatta annodata in fronte, trovo i prezzi con altri zeri aggiunti.
Potremmo andare così all’infinito.
Stampo altre banconote, la pargola mi ammonisce “sì, però non scriverne tanti che poi io devo aumentare il prezzo e un altro 0 non ci sta nel cartellino!”

Potrei rispondere “fai cartellini più grandi”, ma mi accontento di aver impartito una prima lezione di economia.
Mi tolgo il cappello, prendo una bottiglia di vino. “E se ti pagassi in bottiglie di vino?”
La pargola si gratta la testa dubbiosa “è vino buono?”
“Un morellino”
“Allora va bene”

Economia più enologia. Anche per oggi sono stato un buon padre.

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