Coraline, il libro

Coraline è una bambina che vive in una famiglia dissociata in cui padre e madre sono presi dal lavoro, non cucinano, non giocano, non le parlano.

Si trasferiscono in una nuova casa ed è così che iniziano tutti i film americani.
Di questa casa non sappiamo se sorge su un cimitero indiano o se fosse abitata da un assassino psicopatico o se in cantina non ci siano ancora dei resti mummificati. Sappiamo solo che intorno non c’è niente a parte la casa di due vecchie che vivono insieme e un vecchio pazzoide che addestra topi.

E poi ci sono delle ombre.

Coraline non ha niente da fare, è da sola e si annoia. Così segue le ombre e scopre che finiscono dentro una porticina nascosta dietro a un armadio. Riesce ad aprirla in qualche modo, attraversa un tunnel e si ritrova a casa sua. Proprio uguale uguale.

Solo che padre e madre hanno bottoni al posto degli occhi ma soprattutto cucinano, e pure bene, e giocano con lei, le parlano, la fanno sentire considerata e la fanno stare bene.

Non ci vuole molto prima che Coraline inizi a passare sempre più tempo “di là” e mentre il lettore si accorge della trappola, Coraline continua a perseverare in un errore che lei è troppo piccola e spinta dal desiderio di affetto per comprendere.

La tensione si fa sempre più forte ad ogni pagina, lo scenario fa sempre più… PAURA.

Sì, questo libro fa paura, non si può leggere con la luce spenta, l’ambiente, la casa, la nebbia intorno, la ragnatela, l’armadio con le anime dei bambini finiti lì prima di Coraline. Tutto è gestito in modo magistrale. Ogni pagina aggiunge qualcosa che fa trattenere sempre di più il fiato, si fa il tifo per Coraline, è piccola ma sveglia e impara da ogni suo errore.

Uno dei migliori libri che abbia mai letto.

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