La città e la città – China Mieleville

Ci sono sempre un sacco di sconti in giro su internet e decido di spendere una cifra spropositata per farmi una scorta di libri un po’ a caso. Uno di questi è La città e la città di China Mieville.

In questo libro ci sono due città, che praticamente è una sola come spazio ma burocraticamente sono due. Tipo un palazzo è di una città, quello di fianco dell’altra e i cittadini devono vedere solo il palazzo della propria città. Se invece vedono anche l’altro, vengono fatti fuori. Semplice, no?

C’è di mezzo un assassinio e il problema grosso è che la morta è collegata a tutte e due le città, per cui mettere d’accordo le due polizie è un casino. Il detective che indaga per primo può indagare nella sua città ma non nella seconda senza prima chiedere il permesso di espatriare. Espatriare nell’atto pratico significa entrare in una porta, cambiare documenti e mettersi un’etichetta addosso e rientrare dalla stessa porta. Si resta nello stesso posto per andare nell’altro.

Sembra complicato, in effetti lo è, ma tutta l’ambientazione è costruita bene e spiegata meglio, quindi si capisce tutto alla perfezione.

Storia di detective, polizia ambientate in una distopia. Niente di filosofico nonostante ci starebbero bene riflessioni kafkiane sulla situazione. In effetti il protagonista ogni tanto dà segni di cedimento nervoso, perché, insomma diciamolo, vivere in una città in cui devi fare finta di non vedere le auto con la targa dell’altra città anche se queste ti vengono addosso deve essere davvero un casino.

Una storia interessante per il genere, un ambientazione scritta benissimo e ben spiegata. Non era semplice rendere un’idea come questa senza fare un casino. Tutto è coerente.

Dai, un bel libro.

 

 

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