Lezioni di democrazia a una bambina di otto anni

La pargola entra in casa e si lancia in camera sua a prendere il tablet che ha lasciato sotto carica, torna in sala, si siede sul divano e noto che aspetta nervosamente che compaia qualcosa sullo schermo. Muove le dita, apre qualcosa.

Si abbandona delusa sullo schienale e lascia cascare il tablet sulle gambe. Sbuffa e si lamenta.

Mi avvicino preoccupato. “Cosa succede?”
“La votazione”. Incrocia le braccia e mette su il broncio.
Fingo di preoccuparmi sul serio. “Che votazione?”
“Sull’app di Boing c’è la votazione per il cartone animato. Se un cartone vince, domenica fanno vedere solo quello per tutto il pomeriggio.”
“Cos’hai votato?”
“Gumball.”

Gumball è un cartone animato meraviglioso pieno di tutto ciò che ho sempre sognato che fosse presente in un cartone animato e che non ho mai potuto vedere, attorniato com’ero da storie strappalacrime e drammi sportivi.
Poi spiegherò perché Gumball è così bello.

Mi siedo a fianco a lei. “E invece chi ha vinto?”
“Steven Universe.”

Steven Universe fa schifo.

“Beh… peccato. Gumball è più bello.”
Lei sbuffa ancora, tira le ginocchia al petto e resta seduta rannicchiata col broncio. “Sì. Hanno votato il cartone sbagliato.”
“Anche secondo me era meglio Gumball.”
“Perché hanno votato il cartone che fa schifo più di tutti?”

Assumo la faccia seria di chi è davvero preoccupato e un pensiero mi balena nella mente: questa è l’occasione perfetta per una lezione di educazione civica.

Allargo le braccia sconsolato. “Le votazioni funzionano così.”
“Gumball è più bello, doveva vincere lui.”
“Ma gli altri bambini hanno votato l’altro cartone.”
“Gli altri bambini non capiscono niente.”
“È la democrazia.”
“Cos’è la democrazia?”
“Una cosa per cui non ha importanza se non capisci niente, in ogni caso puoi votare e i voti hanno tutti lo stesso valore.”
“Ma così poi vince della roba che fa schifo.”
“Lo dico anch’io ogni volta che leggo le notizie.”

Mi aggiusto gli occhiali che non ho e liscio la barba che non ho per darmi un’aria da intellettuale. Apro il computer e cerco tre foto. Le mostro alla bambina.


“Ecco. Questi hanno vinto le ultime elezioni.”

Lei si avvicina allo schermo. “È un po’ strano, però…”
“Aspetta, non ha vinto quello col cappello, ha vinto quello in mezzo.”
“Quello che sembra scemo?”
“Proprio lui.”

Indica Beppe Grillo. “Non lo conosco questo signore.”
“Quello è un comico. Ha vinto quello a destra.”
“E non è un comico?”
“Non ufficialmente”
“Sembrano simpatici.”
“Fanno ridere entrambi, in effetti.”

La pargola non sembra essere convinta. “Quindi tutti hanno votato questi due? Ma non deve vincere uno solo?”
“Funziona così: prima prendono i voti, poi se li scambiano e se li mettono insieme, così vincono loro due e lasciano fuori il terzo.”
“E il terzo era bravo? Era come Gumball?”

“Era questo.”
Scoppia a ridere. “Ha la stessa faccia di Gumball.”
“Direi faccia di qualcos’altro. Comunque queste erano le scelte.”
“E quindi? Questa è la democrazia?”

“La democrazia è come scegliere i cartoni animati: scegli quello che ti farà più ridere. Io dovevo scegliere fra questa roba, quindi voi bambini non vi dovete lamentare.”
“Perché?”
“Perché almeno voi avete la possibilità di scegliere qualcosa di bello come Gumball.”

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