La supercoppa dei campionissimi interstellari

Ci sono tanti motivi per cui non sopporto la vicinanza di altri esseri umani e uno di questi, che mi rende invisa la maggior parte degli individui maschi, è l’inevitabile precipitare della conversazione su uno degli argomenti meno interessanti che mi potrebbero capitare: il calcio.

Il calcio è uno sport sano: calci, botte, tacchettate, allenamenti sotto la pioggia, fango, terra, sbucciature e battute maschiliste negli spogliatoi (anche nel calcio femminile).
Ma è terribilmente noioso impostare le proprie discussioni principali su di esso. Senza contare che una partita di calcio mi fa addormentare dopo 10 minuti di, come dicono i telecronisti, “fase di studio, nessuna delle due squadre vuole rischiare”.

Quando mi trovo, mio malgrado, coinvolto in una discussione fra individui maschi, prego che tutto non degeneri sulle strategie di questo o quel 50enne seduto su di una panchina e sulle qualità atletiche di un ragazzino miliardario (che un’ eventuale divinità lo strafulmini).
Magari sbaglio preghiera, magari non esiste nessuno che la ascolti (e se esiste e ascolta, è un gran puzzone cattivo), così, ogni volta, qualcuno inevitabilmente, tira fuori pseudo-serie considerazioni su campionati, coppe, dirigenze incompetente e campagne acquisti.

Ma perché vuoi illuminarmi con i tuoi tatticismi?
Perché credi di essere un allenatore migliore di quello strapagato portoghese? Perché sai come comportarti in occasione di un calcio d’angolo mentre quello strapagato brasiliano, così dici, non ne ha idea?
E anche se tu fossi migliore, perché senti il bisogno di venire a dirlo a me?
Io non posso modificare la tua vita, non posso farti abbandonare il tuo grigio e tetro lavoro sottopagato in cambio di un panchina di serie A (ma nemmeno una panchina di terza categoria, non conosco nessuno nel settore) e non posso nemmeno fornirti dei menischi nuovi per togliere il posto al brasiliano di cui sopra.

Prendi la tua Panda e recati nella sede della società che, a tuo dire, “sta sbagliando tutto”, digli come stanno le cose, fagli capire tutti i loro errori e correggi questa situazione, cribbio! Fatti dare pieni poteri per agire sul mercato, per amministrare le finanze e vinci tutto quello che c’è da vincere! Questa squadra non aspetta altro, non ti può dire di no, chi andrebbe contro i propri interessi?
Vai, con le tue idee rivoluzionarie hai di certo la strada spianata.

Ho pensato agli scenari possibili:

Numero 1:
suona il campanello della sede della società
“si? chi è?”
“ehm, senta un pò… io sarei venuto a raddrizzare questa squadra, guardi se mi fa salire vorrei esporre le mie idee alla dirigenza”
“ah si? Guardi, abbia un po’ di pazienza, ma per un incontro la devo far attendere, ehm, diciamo… 5 mesi”
“5 mesi?!”
“eh sì, mi scusi ma, sa com’è, si sono presentati altri 3 milioni di invasati come lei e noi, come può ben immaginare, ascoltiamo tutti”
“ma io so come fare! io vi dico come vincere la coppa delle supercoppe dei campionissimi interstellari!”
“la ringrazio vivamente, a quella coppa ci teniamo in modo particolare ed è per questo che stiamo ascoltando in ordine tutti i 3 milioni di papabili presidenti che si sono presentati affermando di poterci far vincere quella coppa”
“ma io… io…”
clic

Numero 2:
suona il campanello della sede della società
“si? chi è?”
“ehm, senta un pò…io sarei venuto a raddrizzare questa squadra, guardi se mi fa salire vorrei esporre le mie idee alla dirigenza”
“ah! bene bene… salga!”
“salve, io so come vincere la coppa delle supercoppe dei campioni!”
“ah… beh… perdoni l’emozione, ma sono anni che cerchiamo di vincere quella coppa e nessun miliardario che abbiamo ingaggiato finora ci è riuscito”
“ecco, io ora ve lo dico!”
“un attimo solo, venga, venga, si accomodi”
entrano in una stanza con un enorme tavolo nel centro al quale sono seduti tutti i dirigenti.
“dica, su, ci esponga la sua teoria”
“ecco, ehm, vedete, quel terzino… ecco, via, fuori… e poi quello là in attacco… no, cioè, basta. E il portiere… su… il portiere, no. Via.”
“ah, crediamo di aver compreso. Però abbiamo bisogno di qualche informazione in più. Ci servirebbe anche sapere come intende organizzare gli allenamenti, i ruoli dei preparatori atletici, gli orari, l’uso del campo. E poi, insomma, tatticamente come intende procedere, per esempio, per la prossima partita?”
“ehm, ecco, i preparatori… via… cioè, fuori, i giocatori si fanno male sempre e non corrono… bah… poi… tatticamente… 433, ecco. Bisogna mettere più attaccanti”
“433? Ma ci illustri meglio come impostare l’azione di attacco, le marcature, la fase di transizione e come pensa di gestire la rosa a disposizione… ehi, ma, dove sta andando?”

Numero 3:
suona il campanello della sede della società

“si? chi è?”
“ehm, senta un pò…io sarei venuto a raddrizzare questa squadra, guardi se mi fa salire vorrei esporre le mie idee alla dirigenza”
clic

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.