Il boscaiolo e la vacca

Il boscaiolo si avvicinò di soppiatto alla signora in pigiama e chiese:

«Cosa ha detto?»

«Chi?»

«Lei»

«Lei è morta, non la vede?» disse la signora agitando una bottiglia di prosciutto mezza vuota.

«Chi?»

«Lei»

«Lei è morta non la vede?» chiese il boscaiolo indicando l’altra donna.

«Fa lo spiritoso?»

«Sono astemio e vegetariano, mangio solo bistecche cresciute sugli alberi»

«Tipo quell’albero laggiù?» chiese la signora.

«Già, signora, proprio quello. Far vivere le mucche sugli alberi è stata una grande innovazione tecnologica»

«Ah, la pastorizia»

«Ah, le vacche»

«Signore, non dica volgarità»

«Non mi permetterei mai»

«Le ha detto “cacche”»

«Oh no, signora, ho detto “vacche”»

«Scusi, credevo il contrario»

«Per lei il contrario di “cacche” è “vacche”?»

«Sono perplessa»

«Mi gira la testa se fa così»

«Mi perplimo»

«La prego, sono allergico alla parola “perplesso” in ogni forma e colore»

«Suvvia, per così poco»

«Signora, ma lo sa chi sono io?»

«Chi?»

«Lei»

«Lei è morta, non la vede? Morta per un colpo d’ascia, non credo che possa sapere molto, ormai»

«Sono stato io»

«Assassino»

«Mi ha criticato. E quando una donna mi fa una critica io l’accetto. Sempre»

«La facevo più paziente»

«No, sono dottore»

«Allora la salvi!»

«Chiamate un dottore!»

«Dottore, chiami un dottore!»

«Ormai è morta»

«Signore, le scappa senza dubbio la cacca»

«Non dica volgarità, signora»

«Davvero, le sta scappando una vacca, è scesa dall’albero e guardi come corre!»

«Ohibò»

«La lascia?»

«Giusto, la mia ascia»

«La vacca!»

«Non si dice, signora»

«Anche la vacca è morta»

«Mi dispiace»

«Signora, è giunto il momento»

«Direi di sì»

«Lo dice o lo direbbe?»

«Lo direi, ma sono muta»

«Mi scusi, non volevo. Addio»

«…»

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